LIBRI
L’Olifante è innanzitutto la prima Collana di libri di approfondimento musicale illustrati in Italia. Scopri le rubriche delle nostre pubblicazioni che raccontano, tra articoli su tendenze, casi di studio, interviste, foto e illustrazioni, chi vive davvero di musica. Per ogni uscita, un tema, un filo conduttore che unisce le storie sulla musica e sui suoi protagonisti, catturate dalla penna dai nostri autori e immaginate dallo stile e dal tocco dei nostri illustratori.
Talking
Threads
«Psycho Killer, qu’est-ce que c’est?»
Spunti di discussione e conversazioni aperte su tendenze e scenari attuali del mondo musicale.
Every Breath You Play
«Every step you take
I’ll be watching you»
Le voci degli artisti musicali che hanno lasciato un segno nel panorama musicale, per ispirare e guidare.
Technical Graffiti
«Oh, let the sun beat down upon my face»
Le vite, il sapere e le storie dei tecnici, di chi permette alla musica di diffondersi, tra studi di registrazione, live stage, uffici
Of Strangers and Bands
«Jumping up’n’down the floor, my head is an animal»
Recensioni, interviste, scouting tra gli emergenti, con le loro avventure in musica appena cominciate
LE CONTAMINAZIONI
Issue #2 - Les Flaneurs Edizioni (2021)
In uno dei suoi libri, l’ingegnere e naturalista John Muir, parlando del rapporto tra uomo e natura, scrisse: “Parole come inquinamento, contaminazione e desolazione non sarebbero mai state create se l’uomo fosse vissuto secondo natura”. Parole lapidarie di un uomo di scienza vissuto tra la Scozia e la Frontiera del West a cavallo tra XIX e XX secolo. Parole che ci aiutano però a introdurre, con una riflessione, quello che troverete nelle prossime pagine.
Nei secoli, evoluzione e innovazione hanno portato l’uomo a muoversi naturalmente fuori traccia, in maniera divergente dagli altri esseri viventi. Abbiamo edificato città, sviluppato e utilizzato una galassia di linguaggi diversi, abbiamo tracciato rotte commerciali, realizzato opere d’arte e creato infine un mondo digitale “parallelo”.
Ma, contrariamente a quello che pensava il vecchio John, non è la società industriale ad aver creato la contaminazione. L’uomo, per il solo fatto di esistere, contamina tutto ciò che lo circonda. E se la contaminazione, come la scienza e l’attualità ci insegnano, può assumere contorni drammatici per il “Creato”, resta il fatto che è proprio in essa che risiede la natura della vita umana e delle cose. Non esiste cultura e società senza contaminazione.
Arti che contaminano altre arti, tradizioni e relazioni umane che plasmano mode, costumi, idee, luoghi e ambienti, in una complessità che, più ci si muove lungo la linea del tempo, e più diventa aperta a nuove prolifiche influenze.
La musica è espressione umana originaria, nata dall’imitazione della natura e sempre pronta a riempire fino all’orlo la nostra esistenza: la musica, allora, non può che essere al contempo sorgente inesauribile e prodotto più alto della contaminazione umana.
Da più di un anno, una microscopica entità biologica contamina ambienti, superfici, vie respiratorie, canali mediatici e mentalità. E la musica, per una volta, ha dovuto subire e non fare tesoro della contaminazione. Spazi, legami, attività e persone della musica hanno incassato, finendo talvolta al tappeto. Sentivamo il bisogno di ricordare il valore positivo della contaminazione in musica e di farlo con una pubblicazione – quella che avete tra le mani – che è, ça va sans dire, un’opera contaminata. Lettere, suoni e arti illustrate insieme per un Manifesto alla resistenza del settore, un inno alla ricchezza degli stimoli, dei colori e delle suggestioni che la musica porta nella nostra vita.
Non diffidate come John, tanti anni fa. Lasciatevi contaminare… Al massimo, poi, ci si igienizza le mani!
I protagonisti di questo numero de L’Olifante sono: Tom Lord-Alge (Steve Winwood, Rolling Stones, U2, blink182, Sum 41, Avril Lavigne), Justin Mauriello (Zebrahead, I Hate Kate), Bud Spencer Blues Explosion, Piotta, Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti), Michele Riondino, Giovanni Versari (MUSE, Verdena, Subsonica, Vinicio Caposella), Giulio Ragno Favero (One Dimensional Man, Il Teatro degli Orrori).
I GENERI
Issue #1 - Les Flaneurs Edizioni (2020)
“Che genere fate?”, una domanda che risuona nelle memorie giovanili di tanti artisti che hanno imbracciato uno strumento dagli anni ‘60 ad oggi. “Che genere sei?”, un’altra domanda, attuale e piena di significati in una società che fatica a scrollarsi di dosso etichette che negano diritti a una parte di noi.
C’è genere e genere, anche se il nostro caro vecchio italiano ha scelto di non perdersi in distinzioni. Musica e società si intrecciano in un termine che, da qualsiasi punto di vista lo si guardi, necessita di essere ridiscusso. Evidentemente, se tanti musicisti, produttori e tecnici si sorprendono o sbuffano quando un giornalista li identifica con qualche genere in particolare, gli addetti ai lavori devono impegnarsi a trovare un modo nuovo di raccontare e descrivere la musica in divenire. Altrettanto evidentemente, se una donna di successo, invece di essere apprezzata per ciò che ha ottenuto, deve vivere nel sospetto di essere stata protagonista di un suo personalissimo caso Weinstein a inizio carriera, il fallimento è un po’ di tutti.
Le professionalità della musica sono già andate avanti però. La musica è famiglia, famiglia vera che ama ognuno dei suoi figli. Il periodo della pandemia lo ha dimostrato ampiamente. Si sono messe da parte differenze di visione e ricomposti scismi di grande tradizione, tutto per il bene di una lotta comune. E allora le differenze di genere appartengono, in fondo, a chi non ama davvero la musica e preferisce nutrirsi di dialettica e zuffe mediatiche, di Blur vs. Oasis, di Beatles vs. Rolling Stones.
Nuovi sound si creano ogni giorno ed è giusto che si dia loro un nome di immediata efficacia. “Le parole sono importanti”, ma devono essere accompagnate da una riflessione profonda su ciò che determina la nascita di nuove tendenze in musica: luoghi, contraddizioni, immaginari, competenze, talenti. Altrimenti le parole si trasformano presto in scarti, “vuoti a perdere” del linguaggio.
Anche nuove disparità, purtroppo, si evidenziano ogni giorno. Crediamo però che la musica possa farsi ancora portatrice di messaggi di denuncia forti. Crediamo che le competenze e la forza d’animo di tutti quei professionisti del mondo musicale che, a prescindere dalla loro identità sessuale, si sono fatti apprezzare davanti a un microfono o un mixing desk siano i cingoli di un carrarmato che travolge i pregiudizi e migliora il mondo in cui noi tutti viviamo.
L’uscita #1 de L’Olifante è dedicata a quei cingoli. Il cambiamento passa da tutti noi!
I protagonisti di questo numero de L’Olifante sono: Sylvia Massy (System of a Down, Tool, Johnny Cash, Red Hot Chili Peppers), Marc Urselli (Lou Reed, Foo Fighters, U2), Massimo Pupillo (ZU), I Ministri, I Hate My Village, Giorgio Canali, Tommaso Deserti (Country Manager DICE), Max Martulli (Tour Manager Afterhours).
L'EVOLUZIONE
Issue #0 - B4B (2019)
Do the evolution cantava Eddie Vedder nel 1998 ed è quello che la redazione de L’Olifante ha voluto fare con la issue #0. Un ritorno inaspettato alle origini, in un mondo sempre più digitalizzato, riportando sulla scena le sensazioni legate al suono e agli odori dello sfogliare delle pagine che solo la carta stampata può dare.
«Digital first», il digitale prima di tutto, potrebbe benissimo essere il mantra del nostro tempo. L’evoluzione della società odierna punta forte in quella direzione e, che vi piaccia o no, dovete accettarlo. Nei prossimi anni, i settori produttivi a cui siamo abituati (Tecnologia, Media & Entertainment, Retail, ecc.) verranno ancora e sempre più stravolti da quella che, non a caso, viene chiamata disruptive innovation.
L’Industria musicale non fa eccezione. È proprio lì, in quel calderone di business che vorticosamente e incessantemente si trasformano. Gli strumenti per pensare, produrre e diffondere musica si evolvono, le abitudini degli ascoltatori sono già abbondantemente rivoluzionate, i processi per guadagnare soldi e fama si capovolgono. Nuove figure professionali nascono, altre silenziosamente scompaiono. Siete pronti a tutto questo o aspettate ancora che un talent scout RCA vi noti in un pub? Credete che parolacce come Brand Identity e Blockchain possano condizionare la vita di un capellone che imbraccia la chitarra o per voi le locandine distribuite in ateneo e i borderò sono i confini naturali di ogni impresa discografica agli esordi? Quale sarà il vostro ruolo nell’evoluzione della specie musicale, insomma, spetta a voi deciderlo.
Per assicurare prosperità all’industria musicale è necessario che sempre più artisti, manager, impresari e ingegneri del suono, a ogni livello, inizino concretamente a cavalcare il cambiamento, dando il benvenuto, nei loro entourage, a risorse fresche come esperti di social media, fundraising, IT e licenze digitali. L’Olifante, fissando su carta una sintesi per rubriche, riguardanti tendenze (Talking Threads), produzioni (Every Breath You Play) e aspetti tecnici (Technical Graffiti), e affidando risposte e orientamenti alla voce e alle esperienze dei professionisti del settore, intende favorire il dialogo tra innovatori e la crescita di chiunque aspiri ad affermarsi nel business del pentagramma. Lo fa nella convinzione che, anche in una società liquida, la collaborazione e la professionalità possono tenerci a galla e far brillare nuovi crazy diamonds.
Buona evoluzione a tutti dunque.
I protagonisti di questo numero de L’Olifante sono: Max Magnus (Skiantos), Davide D’Atri (CEO Soundreef), Adriano Conforti (Co-founder Patamu).
Self publishing, disponibile su richiesta in edizione limitata.