Wime nasce nel 2017 come progetto solista di David Veronesi, al quale nel 2018 si sono aggiunti altri sei ragazzi di origine verbanese, Roberta Brighi, Elisa Lomazzi, Giacomo De Bona, Edoardo Sansonne, Giulio Tosatti e Alessandro Borgini. Come Veronesi, cantante e compositore, ha avuto modo di raccontare in un‘intervista rilasciata qualche tempo fa, l’idea musicale di Wime si è ampliata fino a farne una sorta di tribù dove si raggruppano tanti elementi e si stringe un’affascinante alleanza tra singoli artisti.
Dopo l’uscita del singolo Come Along, arrivato dopo un’estate che ha visto la band aprire alcune date dello Smog Tour di Giorgio Poi, è venuto il turno del debut EP Looser, uscito l’11 ottobre dello scorso anno per Junkfish World. Questo primo Extended Play della band consta di 5 brani inediti, oltre al già citato singolo, tutti farina compositiva del sacco del frontman Veronesi.
Registrato in Svizzera, Looser è il tipo di album che decide programmaticamente di non ritagliarsi una precisa collocazione, se non quella della libertà espressiva, associata a una scultorea ricerca compositiva e sonora.
L’EP diventa così un’avventura surreale, una raccolta di racconti fuori dagli schemi. È l’epica che indossa il suo costume più bizzarro, diventando un miscuglio omogeneo tra Weird Pop ed Elettronica, colorato con singolari sonorità Indie e ritmi tribali.
Parafrasando un po’ i contenuti presenti nei testi, si nota bene il significato poi neanche tanto velato del tutto, presente già nel titolo stesso, Looser. È il racconto di una ricerca che si rivolge all’accettazione di se stessi, un viaggio che passa attraverso una sfida continua tra milioni di sé frammentati, nella quale ciascuno di essi reclama il proprio spazio.
Ogni brano è un’isola differente, in cui regnano sfumature e personaggi unici che, in sei canzoni, trovano l’oasi in cui poter esistere. Il fil rouge che collega le diverse entità è Wime, la mente razionale che esplora, percorrendo le proprie strade musicali, dopo aver raggiunto una consapevolezza: quella di essere un perdente, un “loser,” un inetto che non ha più paura di essere sincero e fedele con se stesso. Ogni persona, ogni istante, ogni idea possiede un Wime, una sfumatura, un colore.
Ogni traccia è una confessione, ogni confessione è il tentativo di perdonarsi, con la ferma convinzione che sia l’errore a renderci unici, in un mondo sospeso fra l’onirico e il reale dove ogni cosa è un dubbio e ogni risposta genera altre domande.